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Visualizzazione dei post da 2020

DIVENTARE TERRORISTI

 Abbiamo cominciato a scrivere questo libro qualche tempo fa. Ci siamo chiesti se ci fosse un nesso fra desiderio di morte e radicalizzazione e che ruolo svolgesse l'istanza suicidale nel generare progetti di distruzione e di morte. Questo ci ha portato a riflettere con Roberta Spiniello sulla crisi delle seconde generazioni, con Susi Citriniti sulla questione del rito di passaggio obverso, con Emanuele Melissa sul  mito delle origini. Oggi il libro esce in un momento in cui la minaccia terroristica comapre nuovamente a scuotere l'Europa. Il 17 novembre lo presenteremo da Floris a Di Martedì

Per la morte di un professore

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 Per la morte di un professore  Abbiamo lavorato a un libro riflettendo sulle ragioni che spingono alcuni soggetti (quasi sempre adolescenti) a aderire a percorsi estremi di radicalizzazioni.  Ecco qualche ulteriore riflessione sugli episodi di Parigi e di Nizza. La pubblichiamo mentre si susseguono notizie anche da Vienna. Lo scorso giovedì 16 ottobre, a Conflans-Sainte- Honorine, una tranquilla cittadina alla periferia di Parigi il prof. Samuel Paty, 47 anni, padre di un bambino di cinque, incontra il suo assassino: il diciottenne Abdullah Abouyedrivich Anzorov un giovane ceceno giunto in Francia all’età di sei anni.  Abdullah, armato di un coltello dalla lama di circa 30 centimetri, decapita la sua vittima per poi infierire ripetutamente sul corpo e sulla testa recisa al grido di Allah Akbar. Qualche minuto dopo Abdullah posta su Twitter un messaggio rivendicativo rivolto al presidente francese Macron “Nel nome di Allah il misericordioso (…) a Macron, il capo degli infedeli: Io ho s

L'epoca del ritiro sesta parte: homeschooling?

  In Italia si chiama educazione parentale, ma, a livello internazionale si usa il termine home schooling. Si tratta, in realtà, di una faccenda piuttosto semplice e del tutto consentita dalla legge anche per i minori (decreto legislativo 16/04/1994, n.297 art.111 comma 2: “I genitori dell’obbligato o chi ne fa le veci che intendano provvedere privatamente o direttamente all’istruzione dell’obbligato devono dimostrare di averne la capacità tecnica o economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità”. Si deve infatti tener presente che la Costituzione assegna ai genitori l’obbligo di istruire i loro figli ma non l’obbligo di mandarli a scuola: una famiglia può provvedere all’istruzione di un figlio anche per conto proprio. E scegliere l’home schooling. In Italia fino a questo anno la scelta dell’educazione parentale ha riguardato un numero ristretto di famiglie ma le cose vanno diversamente negli Stati Uniti ove i ragazzi e i bambini in home schooling sono più di

L'epoca del ritiro, quinta parte: Se non chiuderemo le scuole avremo un altro lockdown

  Questo paese non può sopportare un nuovo lockdown. Non lo può fare economicamente, non può farlo sul piano del controllo psicologico e sociale. Ci troveremmo di fronte a fenomeni di conflitto e di irrazionalità sociale degni delle narrazioni manzoniane. Ma perché far ripartire le scuole è così pericoloso? In fondo, si potrebbe dire, hanno aperto fabbriche e supermercati, farmacie e aziende, negozi e discoteche…. Ecco, proprio l’ultima di queste parole, quella che si riferisce alle discoteche, deve farci riflettere. Ci si accorge subito che fra le discoteche e tutti gli altri luoghi c’è una certa differenza. Ma qual è? Da un punto di vista tecnico ingegneristico non riusciamo ad individuarla. Rimanendo in quella logica sarebbe piuttosto semplice aprire una discoteca in sicurezza: si chiama un ingegnere, si fa in modo che lui tracci delle croci nella zona dove si balla (croci distanziate l’una dall’altra di almeno due metri) così che poi i clienti si possano collocare ognuno, bib

L’epoca del ritiro, quarta parte. Ma è andata così male la didattica distanza?

  Da qualche mese a questa parte, politici di ogni partito, professori universitari un po’ attempati e in difficoltà col touch del telefonino, pedagogisti di non chiara provenienza e bizzarri psicologi scolastici hanno lanciato strali contro la didattica a distanza definendola inefficace, controproducente, inutile e – quando si voleva essere un po’ meno malevoli - tollerabile tuttalpiù in situazioni emergenziali. Perché la didattica vera, quella profonda, relazionale, intensa, scandita dal suono romantico della campanella, quella poteva avvenire solo tra le sacre mura dell’istituto. Esiste qualche dato a sostegno di tutte queste reprimende? Proviamo a guardare, per esempio, gli esiti degli esami di Stato (quelli che alcuni chiamano ancora esami di maturità): come è noto, essi si sono svolti in forma orale e in presenza mettendo cioè ogni studente di fronte a una commissione che misurava il suo operato in un’interrogazione che, il più delle volte, si è prolungata per oltre un’ora.

L'epoca del ritiro. Terza parte: paralogismi, euristiche, proiezioni

 Cominciano dalla proposizione: "Se hanno aperto le discoteche, figuriamoci se non si possono aprire le scuole"; è un paralogismo o un sofisma? propendo per la seconda ipotesi, ma, in ogni caso, è un ragionamento sbagliato, una dabbenaggine. Come se si dicesse: "Se ho guidato a fari spenti l'altra notte, allora posso farlo sempre". Il paralogismo in  questione però, sottintende una strategia che si basa sulla negazione, in senso psicologico, del rischio e sulla pretesa, che in epoca di pandemia, tutto debba comunque continuare come prima quando la pandemia non c'era. Sono molti gli interessi economici che spingono in questa direzione anche a costo di sacrificare qualche vita (tanto più se di anziani), ma credo che la chiave risieda anche in un percorso di evitamento psicologico, una negazione ma, a tratti, anche un diniego che attraversa vaste fette del sentire comune. Non accettiamo la pandemia, non vogliamo vederla e, quando anche la vediamo, cerchiamo di

Covid e crisi psicologica

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Gli effetti del lockdown sulla psiche di tutti noi e soprattutto dei giovani rappresentano un problema che noin possiamo sottovalutare.. Dobbiamo chiederci soprattutto quanto questa reclusiuone stia agendo  sui nostri ragazzi. Quanti di loro sentono di non riuscire più a farcela e abbiano bisogno di aiuto. Parleremo di questo e di molto altro in una diretta Facebook organizzata da Francesca Di Matteo, giornalista  e amica che da, New York sta fornendo  una fondamentale testimonianza di ciò che accade in quella città. Insieme a me ci saranno Laura marinaro e la collega Serena Ricciardulli

La relazione con gli studenti nella scuola a distanza

iscriviti qui https://register.gotowebinar.com/register/640812129859402510 Il 30 aprile alle ore 15.30 parlerò del mio lavoro in un webinar gratuito organizzato dall'editore Giunti T. V. P. e da Treccani   in occasione della pubblicazione del manuale di psicologia per i licei che ho scritto insieme a Giulia De Monte Insegno da 34 anni. Prima alle medie: Italiano Storia, Geografia quando ancora la si insegnava; poi, alle superiori, Filosofia, Pedagogia, Antropologia, Sociologia, Metodologia della didattica. Ho anche insegnato per qualche anno Estetica e Filosofia del Cinema all’Accademia Carrara di Bergamo e sono docente nella scuola di formazione per psicoterapeuti del Minotauro di Milano ove tengo il corso di “Prevenzione e trattamento del rischio autolesivo in adolescenza”. Insomma: ho insegnato parecchie cose e forse solo la clinica fra le attività che ho svolto nella mia vita è riuscita a impegnarmi di più. Parlerò di cosa ha voluto dire per me insegnare

L’epoca del ritiro. Seconda parte: i nostri ragazzi

Come psicoterapeuta ma soprattutto come insegnante ho avuto modo di sentire parecchie ragazze e parecchi ragazzi, di incontrarli in videochiamata, di trascorrere delle ore con loro e di assistere alle vicissitudini attraverso le quali la dimensione del Covid si installava nelle loro menti e nelle loro vite. All’inizio i ragazzi, come molti di noi, non hanno capito, non hanno colto la gravità del pericolo. Per loro la chiusura delle scuole era una festa inaspettata, una meravigliosa occasione per incontrarsi nei parchi, nelle discoteche, nei pub o per le strade del quartiere senza orari, senza compiti, senza la faticosa scansione della giornata scolastica. Era cominciata una magnifica festa, sostenuta dalle illusioni di chi sosteneva che si trattava semplicemente di un’influenza e di chi pensava che per loro sarebbe stato persino opportuno prendere un po’ di anticorpi. Per questo i ragazzi erano felici e godevano all’idea che, una settimana dopo l’altra, le scuole rimanessero chi

L'epoca del ritiro. Prima parte: quel che ci succede

Ho studiato per anni il ritiro sociale nei ragazzi in crisi, quello di chi, colmo di vergogna per il suo corpo, ha deciso di sottrarsi allo sguardo di tutti e di rifugiarsi nella sua cameretta in compagnia dei videogiochi e di amici virtuali invertendo il giorno con la notte, rifiutandosi di andare a scuola e di incontrare gli amici. Mai avrei pensato che un mondo intero, nel giro di qualche mese, si sarebbe trovato a condividere forzatamente la situazione che avevo conosciuto in tanti miei pazienti e nella quale mi ero identificato al punto da scrivere una sorta di caso clinico romanzato dedicato proprio a uno di loro. Certo, per noi oggi le cose sono diverse: il blocco non deriva da un conflitto interno ma da un’ingiunzione esterna, Tuttavia ognuno di noi oggi, nel chiuso delle pareti domestiche, comincia forse ad avvertire alcuni dei sintomi   (o, se vogliamo sdrammatizzare, dei fenomeni psichici) cha accadono e sono accaduti ai miei pazienti, tanto che loro oggi sembrano essere pa

quando l'amore uccide

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Questo libro è il frutto di una collaborazione con un'amica regista teatrale, attrice  filosofa. Insieme riflettevamo su femminicidio e assolutezza dell'amore romantico. Pensavamo che le due cose non fosse poi così distinte ma ,anzi, la violenza fosse l'esito di un esasperazione malata dell'amore piuttosto che di una sua negazione. Ne è nata questa sceneggiatura teatrale interpuntata da commenti psicologici. Il tempo e la fortuna ne hanno impedito una vera e propria messa in scena, ma l'idea è ancora nella nostra mente. trova il libro qui

Riscrivere la speranza

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Questo libro racconta la storia vera e incredibile di una giovane che, gettatasi dal quarto piano nel tentativo di morire, ritrova invece la speranza e la vita. E' la storia vera di un percorso terapeutico condotto con dedizione assoluta dalla mia collega  Roberta Invernizzi. Il caso clinico di un suicidio mancato e di una rinascita profonda.

Uccidersi

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cerca il libro qui Raffaello Cortina ha ristampato questo libro, curato da Pietropolli Charmet e da me,  nel quale per la prima volta in Italia un gruppo di psicoterapeuti Milanesi  dopo sette anni di ricerca clinica ,affronta in tema del suicidio in adolescenza dal punto di vista della psicoanalisi evolutiva. Le ricerche che sono scaturite a partire da questo lavoro hanno prodotto risultati notevoli e ancora oggi caratterizzano lo stile di lavoro degli autori che vi hanno partecipato

Il banco vuoto

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Cerca il libro qui. In questo libro ho cercato di descrivere i vissuti di un ragazzo in ritiro sociale. Si trattava allora di una sindrome piuttosto nuova, quella che i Giapponesi chiamano Hikikomori. I ragazzi ritirati smettono di andare a scuola, si chiudono in casa, spesso passano ore in rete alternando la notte con il giorno. Enrico, il protagonista di questo libro è uno di loro, nato da ciò che tanti di loro mi hanno raccontato.

Presentazione video

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Presentazione video   link al video