Una restituzione Questo libro ha una storia particolare che inizia più di quaranta anni fa. Nel 1980, quando ero studente di filosofia ho avuto, insieme a qualche amico, quello che ancora mi sembra un grande privilegio: ero stato invitato a pranzo da Franco Fornari che, allora, era il docente di Psicologia Dinamica in Statale. Il privilegio dipendeva dal fatto che avevo contribuito a sbobinare alcune delle lezioni del suo corso così che confluissero nelle dispense su cui poi si sarebbe studiato. Fu in quell'occasione che Fornari mi disse: "Sto scrivendo qualcosa sul sogno di Irma: non so se diventerà mai una pubblicazione"" Perché no?" - chiesi io "Perché è il mio confronto con Freud: è quel che penso della psicoanalisi" Questa frase mi è rimasta in mente, ma poi il libro non uscì e di lì a pochi anni Fornari morì. Ma qualche tempo fa, Matteo Lancini mi ha messo nelle mani un bel pacco di fotocopie, ricevute dal nipote di Fornari e scritte dal nonno...
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Per la morte di un professore
Per la morte di un professore Abbiamo lavorato a un libro riflettendo sulle ragioni che spingono alcuni soggetti (quasi sempre adolescenti) a aderire a percorsi estremi di radicalizzazioni. Ecco qualche ulteriore riflessione sugli episodi di Parigi e di Nizza. La pubblichiamo mentre si susseguono notizie anche da Vienna. Lo scorso giovedì 16 ottobre, a Conflans-Sainte- Honorine, una tranquilla cittadina alla periferia di Parigi il prof. Samuel Paty, 47 anni, padre di un bambino di cinque, incontra il suo assassino: il diciottenne Abdullah Abouyedrivich Anzorov un giovane ceceno giunto in Francia all’età di sei anni. Abdullah, armato di un coltello dalla lama di circa 30 centimetri, decapita la sua vittima per poi infierire ripetutamente sul corpo e sulla testa recisa al grido di Allah Akbar. Qualche minuto dopo Abdullah posta su Twitter un messaggio rivendicativo rivolto al presidente francese Macron “Nel nome di Allah il misericordioso (…) a Macron, il capo degl...
L'epoca del ritiro sesta parte: homeschooling?
In Italia si chiama educazione parentale, ma, a livello internazionale si usa il termine home schooling. Si tratta, in realtà, di una faccenda piuttosto semplice e del tutto consentita dalla legge anche per i minori (decreto legislativo 16/04/1994, n.297 art.111 comma 2: “I genitori dell’obbligato o chi ne fa le veci che intendano provvedere privatamente o direttamente all’istruzione dell’obbligato devono dimostrare di averne la capacità tecnica o economica e darne comunicazione anno per anno alla competente autorità”. Si deve infatti tener presente che la Costituzione assegna ai genitori l’obbligo di istruire i loro figli ma non l’obbligo di mandarli a scuola: una famiglia può provvedere all’istruzione di un figlio anche per conto proprio. E scegliere l’home schooling. In Italia fino a questo anno la scelta dell’educazione parentale ha riguardato un numero ristretto di famiglie ma le cose vanno diversamente negli Stati Uniti ove i ragazzi e i bambini in home schooling sono più...
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