Una restituzione

Questo libro ha una storia particolare che inizia più di quaranta anni fa. 

Nel 1980, quando ero studente di filosofia ho avuto, insieme a qualche amico, quello che ancora mi sembra un grande privilegio: ero stato invitato a pranzo da Franco Fornari che, allora, era il docente di Psicologia Dinamica in Statale. Il privilegio dipendeva dal fatto che avevo contribuito a sbobinare alcune delle lezioni del suo corso così che confluissero nelle dispense su cui poi si sarebbe studiato. Fu in quell'occasione che Fornari mi disse: "Sto scrivendo qualcosa sul sogno di Irma: non so se diventerà mai una pubblicazione"" Perché no?" - chiesi io "Perché è il mio confronto con Freud: è quel che penso della psicoanalisi"

Questa frase mi è rimasta in mente, ma poi il libro non uscì e di lì a pochi anni Fornari morì.  

Ma qualche tempo fa, Matteo Lancini mi ha messo nelle mani un bel pacco di fotocopie, ricevute dal nipote di Fornari e scritte dal nonno. In quel pacco più di cento pagine consistevano in una lettura fornariana del sogno di Irma.

Il sogno di Irma abitò la mente di Freud nella notte fra il 23 e il 24 luglio del 1895, mentre soggiornava all'albergo estivo di Bellevue. Lo troviamo nel secondo capitolo dell'Interpretazione dei sogni ed è l'unico che Freud descrive e analizza per intero. 

E' il sogno fondante della psicanalisi, attraversato dalla fantasia di un parto culturale difficile e faticoso, narra la battaglia creativa per eccellenza: quella tra il desiderio di generare e l'angoscia prodotta dalla pulsione di morte. Freud lo sapeva benissimo, tanto da scrivere all'amico Fliess: "Pensi  davvero che un  giorno su questa casa ci sarà una lastra di marmo sulla quale si potrà leggere 'Qui al dottor Freud si svelò il mistero dei sogni ?" Ma il sogno di Irma, forse, contiene anche il mistero stesso della psicoanalisi della sua difficile origine, della sua complessa vicenda culturale. Questo, credo, fosse l'onere drammatico che Fornari sentiva su di sé in quegli anni.

Ritrovare ora quelle pagine, e ritrovarle grazie all'esperienza del Minotauro, l'istituzione psicoanalitica che Fornari ha fondato e che ne ha conservato l'impulso, è stato per me un segno del destino, un onore che mi produce ora la soddisfazione di poter restituire qualcosa a un maestro, Fornari, il cui insegnamento ha così fortemente condizionato la mia esistenza.


 


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